Ammetto che queste paralimpiadi si stanno rivelando un vero spettacolo sportivo, come è giusto che sia o che dovrebbe essere, senza distinzioni o discriminazioni. Siamo spettatori del più grande spettacolo sportivo che unisce tutto il mondo delle varie discipline sportive. In questi giorni di gare, la rete (italiana) non è così schierata in favore di questi atleti. Ancora una volta non viene dato lo stesso spazio mediatico. Gli atleti paralimpici vanno applauditi non in base a cosa non hanno, ma a cosa conquistano. Non diamo adito a falsi pre-concetti dove se si parla di questi atleti, si scrive prima cosa non hanno o per quale calvario sanitario sono passati, rispetto alle gare disputate. Si chiamano sportivi, non casi clinici da studiare con interrogazione.
Continuano le gare, continua il percorso della coppia dei sogni, il duetto sportivo e coppia innamorata nella vita, formato da Arjola e Emanuele, che fanno parte della Nazionale Italiana Paralimpica di Atletica Leggera e che ora si trovano insieme alle Paralimpiadi di RIO2016. Gli atleti sono sostenuti da Allianz Global Assistance, la stessa azienda che mi ha nominata Ambassador e portavoce della loro esperienza a Rio.
Da un lato Emanuele, arresta la sua corsa non qualificandosi per le finali dei 200 e 400 mt, dall’altro Arj continua la sua sfida olimpica affrontando il salto in alto nella gara di domani mattina (ore 11) e qui, sono certa, che ci giochiamo la speranza di portare a casa una medaglia. Ari è un’atleta dal coraggio raffinato, non ha paura di saltare nel buio, può stupirci. Non tralascio che fino a questo momento, è riuscita a migliorare tutti i suoi record, credo si chiami tenacia da vendere.
E certi valori sono imprinting che ti regala solo lo sport: prima di tutto conoscere se stessi e le proprie capacità, poi l’approccio con le persone, rapportarsi, confrontarsi con gli altri e il sentirsi non a disagio, questo è importantissimo perchè quando cresci in un’infanzia in cui la disabilità è vista come una minoranza, come un deficit, allora ti rendi conto che in questo modo sei alla pari di tutti gli altri, quindi sono solo le tue capacità che possono valorizzarti.
Sono certa che per questi ragazzi, la vittoria la sentono già nelle loro mani, poco importa se non vinceranno medaglie da mettersi al collo, ma il lungo percorso insieme, che hanno fatto per arrivare fino a Rio, davanti agli occhi di tutti, è già un traguardo olimpico che non prevede premi, ma solo tanta ammirazione per questo concentrato di determinazione. Il podio è la vita di tutti i giorni.
Foto: Alessandro Trovati