La macchina del Festival di Sanremo non ha un ‘psst’ nella gomma

IMG_2899Il Festival di Sanremo è l’evento nazional popolare per eccellenza. Tutti ne parlano, molti fanno carte false per stroncarlo, ma soprattutto tutti fanno finta di non guardarlo, io ci sono stata di persona e ve lo racconto senza peli sulla lingua!

Questo 2015 è partito col botto, ho esaudito uno dei miei desideri: essere presente al Teatro Ariston nella serata inaugurale del 65° Festival di Sanremo. Missione compiuta, la Rai ha accolto il mio desiderio che è rimbalzato di social in social e martedì sono partita per la riviera dei fiori.

Arrivata a Sanremo, oltre alla meravigliosa temperatura, sono stata letteralmente investita dalla musica. Si respira melodia in ogni parte della città, dall’arredo urbano, agli hotel fino ad arrivare alla via del Teatro. Il Festival è una vera macchina da guerra, ad ingranaggi perfetti, non è solo gara canora, è un’atmosfera che ingloba totalmente tutta la città, le radio che animano le vetrine del centro, il via vai dei cantanti e dei personaggi che popolano la tv.
Non è la prima volta che mi trovo nel pubblico di un programma televisivo, perché sostanzialmente questo è il Festival, ma essere lì sul red carpet e essere seduta nel teatro della musica mi ha fatto vivere nuove emozioni, mi sentivo completamente ‘Alice nel paese delle meraviglie’. L’Ariston in tv sembra enorme, forse è un gioco di prospettiva delle inquadrature, non è niente di immenso, tutt’altro, un teatro normale. Occhi puntati tutti sulla  scenografia, disegnata da Riccardo Bocchini, rappresenta l’interno di una campanula multicolore: composta da un grande palco con ai lati lo spazio per le due sezioni orchestrali, un grande ledwall curvilineo di fondo montato su archi verticali, ed una scala tecnologica che riesce a spostarsi su varie quote così da permettere agli artisti sia di entrare direttamente sul palco sia scendere da una sorta di ballatoio.

IMG_2842Ero tesissima, nel mio outfit total black con pantaloni neri, sottogiacca in pizzo Sara Borghi Hosiery e giacchino corto in pelle e macro Swarovski Valerio Righi, con l’unico tocco di colore dato dal cerchietto Gold disegnato e realizzato da Pepitosa: una vera scultura di design a tema musicale con un vinile, cassette, fiori e chiavi di violino completamente decorato da strass. Faccio senza dirvi che tutti mi fermavano! Dovevo tenere alta la bandiera delle ‘socialgnock‘, la mia community preferita su Facebook: ero l’infiltrata di #sanremognock.

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IMG_2895 copiaIl pubblico era in continuo fermento dall’inizio e ad ogni pausa pubblicitaria, ma di eleganza vera non ne ho vista nemmeno l’ombra: mi aspettavo abiti da sera, gioielli e pellicce, niente solo la gara ai selfie di gruppo. L’orchestra strimpellava gli accordi, conto alla rovescia ed è iniziato lo show. Dopo le entrate di Carlo Conti, le vallette Emma, Arisa e Rocìo è iniziata la gara. Evito di esprimere giudizi sulle canzoni, ho già il mio podio chiuso in busta, ma è stato bellissimo vedere i big emozionati sul palco come se fosse la loro 1° volta. Stonature e imperfezioni di rito, hanno reso lo spettacolo molto naturale e scorrevole. Ovviamente in uno spettacolo di questo calibro, siamo abituati che oltre alla gara canora, i Super Ospiti sono le vere star. Martedì sera Tiziano Ferro, Albano & Romina, Alessandro Siani e Fabrizio Pulvirenti (il medico di Emergency contagiato e guarito da Ebola), la Fam. Anania la più numerosa d’Italia, Imagine Dragons, i Boiler comici di Zelig. Ecco è su questi ospiti che voglio scatenare la mia linguaccia. Ferro è stato semplicemente perfetto, cantante e presentatore che ha regalato un karaoke senza sbavature. Albano e Romina, anche se non sono i miei preferiti, senz’altro la chimica che c’è tra di loro si è toccata con mano. Ecco le note dolenti: la famiglia numerosa, degna di un salotto tv pomeridiano, che ha osannato lo spirito santo e la provvidenza per la magica situazione famigliare. Ero rimasta ad un Festival della musica italiana e non della famiglia, mi è sfuggita l’utilità del messaggio subliminale, l’ho trovato solo orticante. Il vincitore del Premio Ortica è tutto per Alessandro Siani, che con l’elevata assenza di comicità del suo monologo, ha servito sul piatto d’argento a noi del pubblico la pillola per una nottata serena, pessimo! Uscita da teatro mi sono portata con me tutte le vibrazioni di della magnifica serata, ma non contenta, il giorno dopo mi sono appostata fuori dall’Hotel Londra, sede festivaliera di Radio Italia e ho incontrato un sacco di cantanti, ma soprattutto Luca Argentero!!!!

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L’esperienza è terminata, si spengono i riflettori, stasera il vincitore me lo gusterò dal divano di casa e mi sento un po’ come Cenerentola quando ha perso la scarpetta.
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2 risposte

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