Autodromo di Imola, questione di ruote

Autodromo di Imola

Ho corso sul circuito dell’Autodromo di Imola. Ho corso con le ruote, non le mie, quelle della safety car guidata da uno che l’asfalto, il podio e le curve le ha tatuate in testa perché su quella pista ci lavora da parecchio ed è un po’ come fosse casa sua.

Per me le corse, che siano in macchina o in moto, hanno tutte un’unica voce: Guido Meda, lo sentivo riecheggiare per tutto il tempo, col suo affanno, col suo essere in pista anche se costretto dietro ad una scrivania con solo monitor disponibile. Lo definivo esagerato ed esasperato, ma la corsa ti prende, ora posso capirlo.

Autodromo di ImolaNel mio immaginario, credevo che l’Autodromo fosse qualcosa a parte rispetto alla città, invece è dentro la città, è fagocitato immerso nel verde. Grazie a Marcello Pollini, capo ufficio stampa dell’autodromo, e mio autista personale, ho vissuto e viaggiato la pista quasi come una che mastica pneumatici e benzina. Mi sono sentita subito la co-pilota (senza patente) con tanto di adrenalina che mi evaporava e mi incollava al sedile, mentre gli occhi correvano veloci, curva dopo curva, senza barriere, ma solo con la voglia di traguardi da raggiungere registrando tutte le emozioni.

Su quattro ruote, in pista, sono le emozioni le compagne perfette da tenere a bada. Mi ha sempre affascinato la velocità. Velocità intesa proprio come lo scorrere veloce per la voglia di fare e arrivare, anche ultima, ma piantare la bandierina. Ho sempre voglia delle cose poco convenzionali per la mia situazione fisica, perché nessuno si aspetta ‘colpi di testa’ (a volte nemmeno io me li aspetto), ma voglio far capire che volere è sempre potere, quasi in tutte le circostanze.

Percorrere la pista dell’Autodromo di Imola è stata un’esperienza strana, mica una passeggiata, a bordo della safety car è stata una visita guidata col piede sull’acceleratore. A bordo abbiamo caricato anche Giorgia (mia compagna di questa giornata a Imola, leggete il resto qui) e Lorenza fotografa di Primi piani.

E’ chiaro e ben visibile che io sto allo sport come un ippopotamo sta ad un negozio di cristalli, ma come è successo durante la visita allo stadio della Juventus, anche in questo caso all’Autodromo di Imola, rimango stupita dal mondo che mi viene svelato e che gravita dietro ad una semplice manifestazione sportiva.

Ho scoperto curiosità che non conoscevo: 5 km di tracciato in cui si corre in senso antiorario, una pista per mostri sacri della velocità a livello mondiale, sia per quanto riguarda la F1 che di motociclismo. Basti pensare che con la Formula 1 ha ospitato campioni del calibro di Michael Schumacher, attuale detentore del record di pista, e gare motociclistiche del Campionato Mondiale Superbike.

L’autodromo di Imola è anche il luogo dove purtroppo ha trovato la morte Ayrton Senna il 1 maggio 1994 alla curva del Tamburello, ora luogo di memoria e pellegrinaggio per ricordarlo. Dal 2006 la pista non fa più parte del circuito di F1, ma si sta cercando di riportare le gare a Imola già dal prossimo anno. E’ una tradizione che merita una 2° possibilità.

Autodromo di Imola

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