Beppe Severgnini molla la penna e diventa attore a Festivaletteratura

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Beppe Severgnini diventa animale da palcoscenico. Non più penna rovente del CorSera, non solo scrittore di libri da viaggiatore 2.0, ora anche attore.
Durante il Festivaletteratura di Mantova, ha regalato la prova generale di questo nuovo progetto molto interattivo: “LA VITA E’ UN VIAGGIO” tratto dall’omonimo libro.
Per partire non servono troppe parole: ne bastano venti, come i chilogrammi consentiti per il bagaglio in aereo (classe economica). Due viaggiatori, un uomo maturo (Severgnini) e una giovane donna (Marta Isabella Rizi), si incontrano in un non-luogo: il terminal di un aeroporto come ultima porta dell’Europa (Lisbona), dove restano bloccati la notte, in seguito alla cancellazione di un volo. Non si conoscono e all’inizio si studiano, forse si odiano. Lui teme di essere paternalista e moralista, lei ingenua. Lui spiega (un pò come il grillo di Pinocchio, la coscienza buona), lei ascolta. Lei chiede, lui risponde. Poi l’intimità forzata cambia i rapporti: i due scoprono di aver molto viaggiato, discutono di arrivi, partenze e bagagli. Due personaggi sulla scena, accompagnati dalla musica dal vivo di Elisabetta Spada, in arte Kiss and Drive, per un breviario sul movimento e uno sul futuro, gli elementi fondanti di qualsiasi viaggio. Un dialogo tra due sconosciuti che ragionano dei nostri tempi “affollati”, dell’importanza di trovare guide e punti di riferimento in un mondo in cui è necessario trovare nuovi punti di fuga per nuove prospettive. Poi ragionano di talento e tenacia, tempismo e tenerezza. Scoprono che aver paura, sia nella vita come nel lavoro, è inevitabile: e forse è giusto. Parlano di quello che si abbandona e invece ci si dovrebbe portare dietro. Finché arriva il momento di partire: ognuno per la propria destinazione, che forse diventa la stessa. Il copione de “La vita è un viaggio” è un testo realizzato da Severgnini appositamente per il teatro. I temi cari all’autore: il confronto generazionale, il viaggio come strumento di conoscenza, l’importanza della tenacia nel raggiungimento degli obiettivi, il valore dei punti di riferimento per i giovani , vengono sviluppati in un dialogo intenso, con riflessioni e parallelismi profondi a cui non manca l’elegante leggerezza tipica della sua scrittura. 10602944_10203808689351437_839913622_n
E poi emerge il Beppe non solo rigido nei panni giornalistici, ma sentimentale in quelli di padre nella vita di tutti i giorni affrontando un monologo tutto per il figlio, compagno di viaggio di attraversata americana, dove Severgnini fa un po’ il punto della loro vita, del livello di maturazione del loro rapporto, dove emergono le sue speranze più intime di essere stato un padre attivo e di avere il figlio come bastone della sua vecchiaia.
Uno spettacolo diverso, che merita di essere visto per: la bravura di Beppe nel recitare quello che invece vive quotidianamente, per la musica di Elisabetta che tra chitarra classica, ukulele e la sua voce allenata ti permette di viaggiare con la mente, per la capacità mimica di Marta Isabella di farti vivere appassionatamente il suo dramma esistenziale del partire per rimanere e viceversa.
Vi consiglio di cercare questo spettacolo nei teatri della vostra città: la prima ufficiale si terrà a Genova il 20 novembre.
Buon viaggio!
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