Bilanci stronzi per amori da Ghost

Si perdono Kcal a fare i bilanci di fine anno? Risp, è importante, non è per me, è per una mia amica.

Le promesse mantenute, le bugie non dette, i buoni propositi rispettati in un anno che più che lo scorrere dei giorni, diventa un crono-programma militare da rispettare per non arrivare ad oggi e sentirsi solo una grandissima merda pensante. E giusto per non farci mancare nulla, vogliamo tralasciare il capitolo “amore” raccolto in 12 comode uscite mensili sulle figure merdavigliose conquistate?

In questo argomento sono particolarmente afferrata, potrei uscire interrogata e portarmi a casa la sufficienza ogni maledetto giorno. Oppure iniziare una nuova raccolta di figurine in un album che pare avere pagine infinite, dove posso incollare i casi umani trovati per caso sulla stessa strada.
E io che li classificavo sotto ad un’unica voce: alla lettera S come stronzi. Invece ora la lingua italiana ci viene in soccorso, chiedendo prestiti copiosi all’inglese che dà sempre quel velo di figaggine che non guasta, anche quando parli di schifo sociale. Ci sono mazzi di termini per definire questi personaggi.

Ringraziamo tutti insieme i social networks che ci mettono talmente in relazione da tramutarsi, spesso, in una rete che strozza, ecco perché sta a noi non mettere mai in cantina quel poco di intelligenza che ci ha donato la genetica. Ci penso eh, non solo in questi giorni di decontaminazione dalla routine, al posto di fare yoga e mettermi a 90°, senza poi riuscire a tornare in posizione decente, io ragiono su ciò che mi capita attorno e invoco tutto lo zen che si nasconde dentro di me, tra uno strato di adipe e l’altro.
Siamo arrivati ad un punto dove l’unica fatica che ci concediamo è di alzarci dal letto, ma non siamo più disponibili ad investire capitale umano nella costruzione di un rapporto che abbia basi più solide di una torre di Dash. Le storie iniziano, vanno avanti, spesso si trascinano, finiscono a caso come spegnere la luce o si tirano per il collo fino a soffocarsi e odiarsi. Sempre più spesso mi capita di essere circondata da coppie che sono in numero pari solo in apparenza, mentre nascondono segreti per un trentennale di Beautiful, mi chiedo che senso ha aver paura a rimanere soli? qual è il prezzo che ci rimanda la bilancia di questi pesi esistenziali? E io penso, senza vergogna, di essere fortunata a non dover fare anche questa fatica, di raccogliere pezzi in giro di me stessa per proteggermi da chi non ha saputo tenermi in piedi, almeno in senso figurato. In queste ultime settimane, più di una volta, mi sono trovata a dire: “Non sono la Penelope di nessuno, non aspetto ritorni, non impegno il mio tempo a tessere cose da distruggere ogni volta”. Essere fieri di non avere una vita sentimentale stabile a 36 anni è come arrivare al 2° posto in una gara tra 2 partecipanti, un’anoressica consolazione, ma forse anche io sono colpita dalla stessa paura di fare fatica a bruciare calore per un’altra persona, più del minimo sindacale.

L’assenza di coraggio è sempre stato un difetto da detestare in ogni declinazione o ad ogni livello di rapporto. Vedo gente, invece, contagiata da questa malattia che non lascia via di scampo, che ti fa rimanere con un pugno di rinunce da contare ogni volta che ti perdi. E i social in tutto questo, ci hanno dato una grossa mano, a fuggire o tornare con stile, ad ognuno il suo nome che esprime fino in fondo la disciplina della vita.

Ghosting [detto anche Maga Maghella], abile padronanza nell’arte oscura dello sparire dalla faccia della Terra, improvvisamente, sia online o offline. Capisci che non è grave l’assenza, ma le domande che ti rimangono senza risposta ti fanno uscire di mela.

Breadcrumbing [o sindrome di Pollicino], non saprei in che posizione infilarli nella classifica dell’odio del mondo sentimentale. Questi individui, proprio come l’adorabile Pollicino, smollicano il loro tempo ed interesse nei confronti dell’altra persona, rifilando solo le briciole del proprio tempo e delle proprie energie. E chi subisce questo atteggiamento sarà sempre la piccola fiammiferai con la mano tesa a raccogliere l’elemosina che verrà concessa e negata a fasi sconnesse: messaggi senza risposta alternati ad emoticon affettuosi, condivisione di fotografie di coppia su Instagram contrapposte al suo profilo Tinder attivo e funzionante.

Cuffing/Uncuffing [o tira-molla] è il passaggio della relazione dalle stelle alle stalle. All’inizio è tutto magico, positivo, roseo e il momento dopo se già nel baratro del disinteresse del partner. Sleghiamoci noi, prima di rimanere annodati a qualcosa senza senso.

Sono certa che nella vostra vita personaggi di questi calibri sono entrati e usciti dal vostro mondo senza chiedere troppo permesso, consolante sarebbe sapere che non hanno trovato il loro nido attualmente. Se così non fosse, non prendete questo pezzo come certezza di un finale poco fiabesco, è solo un pezzo di analisi sgangherato di quello che mi fa inciampare in questo periodo.

Il 2019 non so se sarà migliore, se sarà diverso, vorrei solo augurarmi di fare bolle di sapone, piene di respiri e ogni volta che scoppiano di sentirmi libera. Senza troppi attori e aiutanti.

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