Boudoir Disability: così disabilità fa rima con femminilità

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15 febbraio 2016- Gazzetta di Mantova
Boudoir Disability: così disabilità fa rima con femminilità
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Con Valentina Tomirotti il progetto di sensibilizzazione per dare la giusta considerazione del vivere la disabilità senza rinunce

MANTOVA. Ma chi l’ha detto che la sensualità è una prerogativa di chi abita un corpo sano? Forse lo dicono in pochi, e pure sottovoce, ma lo pensano in tanti, quasi tutti: la barriera sociale è dura da scalfire, figurarsi da abbattere, ha la consistenza granitica del tabù. Disabilità non può far rima con femminilità, nonostante il bacio degli accenti.

«Non c’è scandalo davanti ad una Donna che si sente di esserlo al 100% senza paura di mostrare le proprie cicatrici e le imperfezioni. Perché farlo? Perché è normalità, anche questa!» scrive Valentina Tomirotti sulla pagina Facebook di Pepitosa Blog, a commento di uno degli scatti di Boudoir Disability, «progetto di sensibilizzazione per dare la giusta considerazione del vivere la disabilità senza rinunciare».

Progetto che attraverso il corpo di Valentina e lo sguardo di Micaela Zuliani,fotografa di Portrait de Femme, ha la forza di un martello lanciato contro il muro del tabù. Una forza sorridente, che dispiega il gioco della seduzione e rovescia la prospettiva: l’imbarazzo non è di chi si mette in posa con le sue cicatrici, di chi non vuole rinunciare a sentirsi desiderata. L’imbarazzo è negli occhi di chi guarda. Ma non riesce a vedere.

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