C’era una volta una regina in carrozzina

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Sfoglio un libro per bambini che racconta la disabilità mettendo una regina su un trono a carrozzina che non vuole stare su tra gli adulti per comandare, ma preferisce stare giù, seduta, ad altezza di bambino. Vi porto “Nel paese Chenonsai” perché le stranezze si trasformano in pregi.

Il mondo è popolato da esseri stravaganti e Serafina, tra le pagine del libro “Nel paese Chenonsai”, li incontra tutti. Mi sono persa in rete per trovare nuovi spunti di dialogo sul tema della disabilità, raccontando la scoperta delle diversità anche ai più piccoli, nelle scuole. Avevo bisogno di trovare qualcosa che togliesse la parvenza di un macigno che siamo abituati a dare noi grandi a questo argomento. Un racconto con delle illustrazioni potevano essere la combo perfetta per parlare la lingua dei più piccoli e farmi inondare di domande che iniziano con “perché” e finiscono con la bocca spalancata appena sentono la risposta.
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“Nel paese Chenonsai” è il titolo del libro scritto da Mirella Bolondi, illustrato da Francesca Drusian e curato da Chiara Bezzi, che tratta con delicatezza il tema della disabilità, raccontando la “diversità” come opportunità di meravigliose scoperte, ma questo libro, seppur per bambini, merita di essere letto anche dai grandi, per imparare a dare più risposte vere alle domande dei propri figli, nipoti o chiunque possa essere curioso su chi è diverso dalla propria immagine.

Quando ho avuto il libro tra le mani ho capito che insieme alle parole, i disegni e i colori fanno il resto. L’ho aperto a caso e subito mi è comparso un re e una regina con dei troni che conosco molto bene: erano seduti su carrozzine e tra stelle e corone raccontavano il loro regno. Quanto è importante avere visuali ad altezze diverse per raggiungere l’obiettivo comune di farsi capire e di farsi fare domande a cui corrispondono risposte vere. Perché spesso quando gli adulti rispondono alle domande dei bambini pur di non faticare a trovare parole adeguate, preferiscono darle col filtro a metà, senza soddisfare la curiosità, facendo finta di fare il proprio dovere di educatore. Ai bambini viene nascosto che al mondo non siamo tutti uguali, che in mezzo a tanti, qualcuno ha qualcosa in più o in meno, ma che si può prima ascoltare e poi pensare.
Non esistono temi per grandi o temi vietati ai bambini, esistono argomenti che devono essere raccontati nel giusto modo. I bambini vengono dipinti come esseri innocenti, ma molto spesso quando ci fanno interviste sul nostro essere diversi, sanno anche ferire. Mi sono sempre chiesta quale sia il modo migliore per rispondere ai bambini quando iniziano ad intervistarti, mi sono informata, sto studiando, perché non vi nascondo che mi piacerebbe portare il tema della disabilità nelle scuole in un modo diverso rispetto a quello a cui ci hanno abituati. C’è bisogno di parlarne giocando, c’è bisogno di portare esempi concreti che sappiano cosa dire senza abbassare gli occhi o sentirsi feriti dalla schiettezza. C’è bisogno di altri libri così: di regine sedute, di uomini con un orecchio come fosse una tazzina del caffè, c’è bisogno di tutto ciò che porti alle domande, perché questo vuol dire interesse e crescita.

Facciamo un gioco, io con voi e voi con me, rispondete a questa domanda: cosa c’è di bello nell’essere diversi?

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17 risposte

  1. Un libro unico nel suo genere, una bella domanda e una bella idea quella di portare la “diversità” nelle scuole. … cosa cè di bello nell’essere di versi? Ognuno di noi è diverso a suo mod, a cominciare dal colore degli occhi alla forma della bocca, ma in fondo siamo tutti uguali e da rispettare… questo è quello che dovremmo insegnare ai nostri figli

  2. Essere diversi vuol anche dire essere unici e io amo le persone non omologate!
    Trovo che questo libro sia un modo intelligente per far capire ai bambini che ci sono diversità in questo mondo e che vanno rispettate!

    XOXO

    Cami

  3. La diversità è naturalmente connaturata a ogni forma di vita, nel suo senso più profondo: l’unicità, che ognuno indossa fin dal momento dal nascita, scoprendone la natura nel momento della relazione con gli altri.
    Gli animali, gli esseri vegetali, per la purezza che li contraddistingue, non ne fanno muro come gli esseri umani…sarebbe bello allora invitare i bambini a immaginare un bel bosco fitto di tante meravigliose specie di alberi, animali e fiori diversi fra loro: ognuno di noi è un bellissimo componente della grande Famiglia Universale che è la Natura 🙂

  4. Mi piace molto l’idea che i bimbi possano iniziare a entrare a contatto col concetto di disabilità e diversità (se vogliamo usare questo termine). I disegni sono adorabili!

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