Davanti allo schermo bianco del foglio di scrittura, anche il cursore che lampeggia mi mette ansia. Credo di aver battuto ogni record sulla pigiatura del testo CANC per affrontare questo argomento. In questi casi mi sento come quei libri, che fa figo tenere impilati o aperti sul tavolino del salotto, dove tutti passano, guardano e si chiedono la reale utilità. Ogni libro cerca sempre di raccontare una storia, bella o brutta, per non deludere il pubblico. Ecco, questa volta, non so se sarò brava a non a farlo, visto che è quasi come un’ecografia.
Mi è servito un pò di tempo, sono passati giorni dove ho fatto di tutto pur di non pensarci, ma alla fine mi rimane un’unica domanda: “Ho fatto bene?”.
Prima di arrivare a questa decisione ho valutato ogni forma di alternativa umanamente fattibile, non sono stata brava nemmeno in questo.
Così a doccia fredda, ve lo dico: ho chiuso Pepitosa. Il mio marchio di bijou da 13 giorni, fiscalmente, non esiste più.
ALT! mondo cinese e derivato orientale trapiantato in Italia, non ho detto che Pepitosa non esiste più, non è che improvvisamente sono stata colpita da daltonismo o non riesca più a tenere in mano una pinza o uno strass. Ho semplicemente schiacciato il tasto pausa.
Quando si prendono queste decisioni, non mi sento mai di delegare la colpa agli altri, al sistema, all’universo mondo. Nessuno mi ha puntato la pistola alla tempia e se devo dirvi la verità, non ho nemmeno chiuso perché non funzionava. E’ stata semplicemente una decisione giusta al momento giusto: sulla bilancia c’era il prestigio lavorativo e la mia vita. Indovinate? ho scelto la mia vita e ho strappato il cordone ombelicale.
Pepitosa mi ha tenuto compagnia per quasi 10 anni, è sempre stato un vero piacere e mai un obbligo, ho allevato una creatura che è stata meglio di una terapia o di un parco divertimenti. Ovviamente ben lontano da una passeggiata in discesa, perché in questa avventura esistevo io a 360°: dall’ideazione alla produzione, mi fagocitava ogni momento libero, ogni orario sano.
Ho semplicemente detto basta e messo davanti a tutto, quello di cui ho più bisogno. Tornare ad una vita normale, fatta di aria, di persone reali e di sentimenti che non avevo più nemmeno voglia di provare.
Mi piace pensare che questa sia solo una pausa, un po’ di naftalina in attesa di un ritorno di fiamma tra me e il mio mondo luccicante. Mi manca già tutto e in certi momenti mi sento un po’ persa. Sì, sono esagerata, ma quando un qualcosa nasce senza bisogno di essere inaffiato e decidi di non curarlo più, un po’ stronza ti senti. Pepitosa ormai è una mia appendice, se non fa bijou, parla e scrive ed è la stessa che leggete sui vari social.
Un po’ come quando vi chiedono perché alla vostra veneranda età non siete ancora accasate e con prole attaccata ai polpacci, ho preferito raccontarvi tutto questo, piuttosto che lasciare libera l’immaginazione, giusto per lasciare a digiuno i pettegoli, quelli che costruiscono benissimo castelli sulle spalle degli altri, mentre loro vivono in capanne fatte di carta.
Per ora è tutto, io rimango io, momentaneamente almeno più sclerata del solito e ormonalmente instabile con la lacrima facile, ma prometto di fare un fiocco a Pepitosa e portarla sempre con me. Grazie per esserci stati in questi anni e aver contribuito a rendere sempre più rosa questa pazza idea.
Da Pepitosa è tutto, a voi studio!
3 risposte
Carissima Valentina è stato un grande piacere collaborare con te, mi spiace leggere ciò ma è bene prendere sempre una pausa che certamente non vuol dire chiudere per sempre, a volte invece la pausa ci da uno stimolo in più alla creatività e a tutti i nostri progetti . Un grande abbraccio
Le pause sono talvolta necessarie e possono essere anche generatrici di creatività e di nuove idee. La mente libera serve anche a questo d’altronde. Ti auguro un sacco di belle cose e soprattutto rosee….un bacio,
Eni
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