Quando ero piccola, il livello massimo dello spirito di trasgressione era un bollino rosso sul lato dello schermo tv, che significava sudore, paura e ansia, ma alla fine l’adrenalina vinceva sempre. Di nascosto, con un carico di coraggio in spalla, affrontavo la visione dei film dell’orrore non a occhi spalancati, ma ricavando una fessura millimetrica di dita intrecciate, braccia para visuale, pensando di ottenere maggiore protezione. Le frasi del cerca coraggio erano sempre quelle: “i mostri non esistono”, “è tutto finto,sono pupazzi”, ma magicamente quando poi andavo a dormire non c’era verso di farsela passare. Il rito era sempre quello: lasciare una micro luce accesa, controllare sotto al letto, ascoltare ogni singolo rumore e coprirsi completamente con le coperte, anche rischiando di soffocare e diventare davvero protagonista di un horror.
Ogni bambino ha una paura che vince su tutte le altre: io avevo paura del pagliaccio di “IT”, non riuscivo ad affrontare i pagliacci in ogni salsa, al circo quando li vedevo piangevo e quando trasmettevano il film in tv non riuscivo in nessun modo ad affrontarlo. Mi avevano raccontato la trama: per me era davvero troppo che si trasformasse in un ragno super peloso. Era un incubo. Anche oggi che di anni ne ho qualcuno in più e riesco a guardare di tutto, IT è ancora un mio limite.
Non sono mai riuscita ad affrontare:
1) IT
2) l’Esorcista
3) Il silenzio degli innocenti
Fondamentalmente le fobie sono: i pagliacci, i diavoli con possedimenti vari e strane lezioni di ‘anatomia gourmet’.
Sono una divoratrice di film in ogni salsa con attori più o meno preferiti: ad esempio Anthony Hopkins non riesco ad affrontarlo in nessun modo pur trovandolo affascinante cinematograficamente. Sicuramente se ne farà una ragione!
Qualche anno fa uscivo con un Ragazzo (la R maiuscola è voluta), con Lui ho sdoganato gli horror, complice il contatto della paura, complice i suoi gusti. Forse avrei guardato anche l’intera stagione dei Puffi o di Dallas, ho iniziato a divorare tutte queste scemenze: i morti viventi potevano andare e tornare senza problemi, potevano affettarsi in allegra compagnia, a me non interessava.
Credo sia stato terapeutico, proprio come quando da piccola hai paura del buio.
Ora è bello riderci su, ma che patimento. Se solo avessi visto queste foto….sarebbe stato tutto diverso, ma non ci sarebbe stato Lui….
Una risposta
Il tema del mostro, del diverso, è un dei preferiti dalla letteratura e dalla cinematografia mondiale. Esso alberga in ognuno di noi, rappresentando la nostra incapacità ad andare incontro a ciò che non si conosce. Ti mando Hannibal per cena, si sa mai che facciate amicizia…. 🙂