Il Femminicidio ama le donne

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Femminicidio cavalca le nostre bocche ogni giorno come se stessimo pronunciando la parola amore.

Eppure l’amore c’entra, come scusa per essere capito ed accettato tra schieramenti che ne denunciano l’esistenza e gente che definisce il fenomeno fine a se stesso colpevolizzando chi non ha più diritto di replica. Non perché senza parole, ma perché morta.
Ogni giorno, la violenza sulle donne si trasforma in una becera routine che anima i giornali e tv, ma soprattutto comporta uno stato continuo di violenza dove paura, silenzio e impunità stanno avendo la meglio nel nostro paese. Troppo spesso vince il silenzio, l’omertà, la non voglia di combattere contro chi si professa amante, mentre è solo un assassino annunciato.

Le vittime vengono lasciate sole, prima, dimenticate poi, quando troppo tardi, quando i presentimenti, gli annunci, si trasformano in amare verità. E noi passiamo i giorni ad allungare quel dannato elenco di Donne, amiche, sorelle, mogli o madri a cui è stato tolto il diritto di difendersi da chi diceva di amarle, ma il colore dell’amore e rosso, non viola come i lividi.

Il femminicidio è una piaga della società che non conosce confini. E’ di questi giorni la notizia dell’ennesima vittima in Argentina, una ragazza di 16 anni, drogata, stuprata, seviziata e lasciata morire. L’onda nera delle donne indignate non si arresta, chiedono una giustizia che eserciti pene certe perché fatti del genere non accadano più.

Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l’amore, mentre la violenza e l’odio si diffondono alla luce del sole.
(John Lennon)

Scambiamo tutto per amore, mentre l’amore con la violenza e le botte non c’entra un tubo. L’amore, con gli schiaffi e i pugni, c’entra come la libertà con la prigione. Un uomo che ci mena non ci ama. Mettiamocelo in testa. Salviamolo sull’hard disk. Vogliamo credere che ci ami? Bene. Allora ci ama MALE. Non è questo l’amore. Invece noi ci illudiamo di poter cambiare le cose, di poter correggere gli uomini maneschi, di riuscire a farli crescere anche quando gli si è bloccato lo sviluppo, e scalciano e urlano come bambini capricciosi. Solo che sono bambini alti uno e ottanta, con le spalle da gorilla e le mani che sembrano vanghe. Non illudiamoci mai, mai e poi mai, di poterli cambiare, o che possano cambiare per amore nostro. Anche se piangono come vitelli e dicono che non lo faranno più. Non caschiamoci e chiediamo aiuto il prima possibile. E se una figlia ha un fidanzato così, prendiamola, impacchettiamola e riportiamola a casa.”
(Luciana Littizzetto)

Da gennaio 2015, almeno 9mila donne sono state vittime di violenza e 1400 di stalking. Dall’inizio del 2016 in Italia oltre 80 donne sono state uccise dai propri mariti o ex, oltre a circa 15 stupri al giorno, il 61% dei quali commessi da uomini italiani.Ed è solo la punta dell’iceberg, visto che il 90% dei maltrattamenti non viene denunciato. Il femminicidio non si combatte col silenzio, bisogna parlarne, stancarsi di ripetere che non è una forma di amore sano. Bisogna discuterne nelle scuole, dove si allevano gli uomini di domani. E’ un argomento con le spine, che se trattato in modo sbagliato si ottiene l’effetto risonanza. Non si parla di violenza sulle donne perché fa figo, perché è l’argomento gettonato del momento. Non si fa come ha fatto Emis Killa con la sua ultima canzone 3 Messaggi In Segreteria, un brano sulla fine di una storia tra una donna e un uomo che non accetta di essere lasciato. Questo rap parla ai giovanissimi, questo cantante ha sempre parlato di altro, oggi si concentra su noi donne e fallisce! Un testo di denuncia che rispecchia la verità di queste violenze, ma senza un’educazione adeguata e preventiva, si trasformano in potenziali armi, come se diffondesse un nuovo credo: il testo di Emis Killa incita al femminicidio, non c’è altro da aggiungere, non esiste storytelling che regga, in questo testo, ancora una volta, la Donna non ha diritto di replica. Sarà la stessa canzone che i vostri figli canteranno a squarcia gola al suo prossimo concerto.

l 26 novembre 2016 a Roma è indetta una manifestazione contro la violenza sulle donne, ecco un ottimo posto dove portare i ragazzi, dove farli pascolare tra i “no, è sbagliato!” e i “no, le donne non vanno messe al 2° posto”. E noi donne, madri e moglie impariamo a farci rispettare urlando il nostro disappunto.

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