Il linguaggio adatto al benessere mentale

Il benessere mentale passa anche attraverso un utilizzo adeguato delle parole.

Non possiamo più fare finta che la scelta delle parole non abbia un peso nella nostra scelta di comunicare qualcosa e questa scelta incide pesantemente sia sul contenuto, sia sul contenitore del nostro messaggio. Soprattutto quando comunichiamo in alcune sfere o di tematiche che vengono considerate scivolose, come il mondo della disabilità, della diversità, del genere, etc. 

Lanciamo parole che diventano etichette indelebili, pensiamo al mondo della salute mentale, quanto è stereotipato sia nell’argomentazione, sia nel metodo d’utilizzo come offesa nel linguaggio più comune. 

Il linguaggio rispettoso del benessere mentale

Ho volutamente scelto di associare alla parola mentale, la parola benessere e non salute, perché ritengo che quest’ultima è troppo confinata ad esclusività del mondo sanitario e meno a quello dell’essere umano. 

Grazie ai divulgatori, agli esperti che, anche sui social, sono riusciti a portare il tema del benessere mentale ad un pubblico più ampio e a far circolare parole che, magari, non conoscevamo e che ora, piano piano, entrano nel nostro vocabolario.

Pensiamo a ADHD, Fomo, Trigger e tante altre che ormai sentiamo spesso sui media o ascoltando qualcuno sui social, ma conosciamo davvero il loro significato?

– ADHD o Sindrome da iperattività e deficit di attenzione: disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente caratterizzato da iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi e con l’avvento del web e social, è spesso associato all’abuso dell’utilizzo di internet e videogame;

– TRIGGER e TRIGGER WARNING: la reazione stressante ad immagini e storie traumatiche. Rispettoso da parte dei content creator, ad esempio è segnalare alla community, la pubblicazione di contenuti di questo tipo;

– FOMO: è la paura di essere esclusi dalla cerchia di amici e conoscenti e, per questo, incentivare la propria connessione per guardare cosa stanno facendo gli altri;

– BORNOUT: soprattutto per i lavoratori, costituisce la diminuzione di efficienza lavorativa legata alla mancanza di energia, stress e stanchezza che può influenzare lo stato di salute. E’ un esaurimento da lavoro;

– COPING: capacità di una persona per formulare strategia mentali e fisiche per gestire e fronteggiare situazioni problematiche. Si parla di coping quando un soggetto percepisce un evento tanto più stressante quanto più si valuterà poco adeguato a fronteggiarlo;

– MINDFULLNESS: indica la consapevolezza e permette di passare da uno stato di sofferenza ad una percezione soggettiva di benessere, grazie alla conoscenza degli stati mentali.

L’abc dei disturbi mentali merita rispetto nel nostro metodo di comunicazione, qualunque livello.

Lascia un commento

Skip to content