Un tatuaggio è per sempre e le principesse sono tatuate per ricordarsi quanta fatica si fa ad indossare una corona.
Ho fatto il tatuaggio. Il giorno in cui ho smesso di voler piacere più agli altri che a me stessa, ho capito di dover lasciare un segno indelebile da portare addosso come una seconda pelle, per ricordarmene ogni momento. Ho l’umore incerto, ma i pensieri ben fermi. Sto solo decidendo parecchio, sono diventata grande lanciandomi nel vuoto senza conoscere l’altezza, ma sapendo perfettamente il punto d’arrivo. Non mi basta mai leggere o pronunciare belle frasi per far colpo e per farmi scattare l’interruttore cervello che mi spinga all’azione. Sbagliato!
Ho bisogno di pensare, ma poi di fare, una conseguenza diretta dell’idea.
A diciotto anni ho deciso di tatuarmi, una banale farfalla che spiccava il volo, proprio come stavo facendo io. La fine della scuola, l’inizio dell’università, il diventar grandi e il volar fuori dal nido e dalla routine di avere tutto comodo e a portata di mano. Che poi la metafora della farfalla è di una banalità sconvolgente, facile e si addice alla vita di molti. Quanta banalità. Eppure io ci credevo davvero: da bruco a farfalla il passo è breve, basta aspettare che la natura faccia il suo dovere. Le cose cambiano, si va avanti, io sono cambiata, è passato troppo tempo e tutto stava sbiadendo: il disegno e il significato. Avevo bisogno di rinnovare.
Il momento è arrivato, la congiunzione di tutti i cambiamenti che mi stanno travolgendo e stravolgendo la vita, meritavano un posto sul mio corpo. Ho trovato il disegno giusto, la posizione perfetta per indossarlo. Ogni tratto ha il proprio significato. Ho scelto di coprire il vecchio tatuaggio e dargli nuova vita. Tatuarmi il braccio sinistro perché significa attraversare una fase di lenta maturazione e il braccio esprime il bisogno di sentirsi utile ed essere sempre in movimento. Disegnarsi fino alla mano esprime autocontrollo e padronanza delle emozioni. Il tatuaggio sulla mano sinistra indica il desiderio di potere e di certo quello non mi manca.
Un mandala indiano ramificato e allungato su tutto il braccio sinistro. Mi avvolge giù fino alla mano e al mignolo fino all’unghia. Un disegno che non si interrompe mai, un percorso che ha un inizio ma mai una fine, proprio come me. Odio la parola fine in qualsiasi cosa faccio o nelle emozioni che vivo. Il tatuaggio è un marchio indelebile che ti ricorda in ogni momento cosa sei.
Io sono questa e molto altro, scarabocchiata fuori e intricata dentro, ma ogni cosa che faccio non è mai un caso.
2 risposte
E sti qaatsi non te l’ha mai detto nessuno?
ahahhahaha si certo puoi dire pure quello