La mia esperienza con l’hockey in carrozzina

Sono entrata in palestra accolta da un esercito di carrozzine elettriche in “assetto da ariete” con strani paraurti e colori sgargianti, parcheggiate ai lati del campo, che ha le sembianze di un recinto. Non credevo avrei passato ore in quella palestra, non proprio il mio luogo preferito. Simone era lì ad aspettarmi, io credevo per un saluto, lui già arruolato per trovare il mio nuovo mezzo da combattimento per provare a giocare ad hockey in carrozzina.

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Alla sola idea ho iniziato a sudare freddo, al solo pensiero di dover lasciare la mia carrozzina e farmi mettere su una da gara, quindi farmi toccare da qualcun altro e farmi depositare su qualcosa non di mio (che forse non sa accogliere i miei strambi ingombri) mi metteva disagio. Non ho avuto tempo per rifiutare, ero lì e ho deciso di abbandonare ogni resistenza. Scelta la carrozzina che più si avvicina alle mie misure, mi hanno presa e mi imbragata. Sì, sono stata costretta a stare legata, l’ho vissuto subito come una restrizione, col senno di poi, ringrazio il cielo di aver respirato a fatica, perché la velocità di gioco arriva fino ai 12 km/h. Non voglio tirare in ballo la pandemia per ogni situazione, ma due anni di contatto fisico quasi a zero e di uscite risicate, hanno inciso non poco sulla mia scioltezza emotiva, ma Simone aveva tutto ben chiaro e lo ringrazio per avermi regalato questa nuova 1ª volta.

Mentre la squadra dei Macron Warriors Viadana stava per iniziare l’allenamento, cercavo di prendere confidenza con quel mondo, tra stacchi e slalom con cinesini [sono certa che anche molti di Voi non sanno cosa siano questi cinesini]. È stato adrenalinico persino il giro in campo, senza fare grandi azioni e di certo, senza fare punto. Non sono una sportiva, ma una gran competitiva proprio con me stessa per alzare l’asticella: ho consapevolezza di tanto, ma non di tutto il mio corpo e quando dialoghiamo tutto è più semplice. È uno sport impegnativo, di coordinazione, di tattica, e bisogna anche saper gestire gli attrezzi (mazza, stick e pallina) e fare gioco di squadra.

COME SI GIOCA A HOCKEY IN CARROZZINA?

L’hockey in carrozzina è uno sport ideale per persone con disabilità motoria in carrozzina (anche degenerativa), della Federazione Italiana Paralimpica Powerchair Sport. Il gioco è organizzato in 2 squadre (di 5 giocatori ognuna), anche di genere misto, che si scontrano con l’obiettivo di fare goal nella porta avversaria. I giocatori fanno rotolare una palla forata e leggera, se la passano o per mezzo della mazza o per mezzo dello stick (attrezzo in materiale plastico fatto a forma di “T” posizionato alla fine del paraurti frontale). Il campo di gioco ideale è una palestra al chiuso con un’area rettangolare recintata larga 16 metri e lunga 28. Il punteggio di gioco deve avere un tetto massimo, stabilito dalla commissione medica in relazione al grado di disabilità motoria, pari al regolamento del momento. I portieri di entrambe le squadre devono utilizzare lo stick.

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