Dopo un anno sono tornata sull’isola. Quella che ora è anche un po’ la mia 2° casa: sono tornata a Lampedusa
Ho passato una settimana di vacanza, nuovamente, in quella crosta di terra galleggiante che è Lampedusa. Un’isola in mezzo Mediterraneo che ha le dimensioni di un pezzo di pane che sapere sfamare occhi e cuore di chi arriva. Fai fatica a lasciarla, perché seppur così piccola, ha tutte le sembianze di un nido accogliente. Per tutti.
Arrivi a Lampedusa e ti senti abbracciare dal vento e scaldare dal sole che illumina le giornate dell’isola mentre scegli in quale cala bagnarti giocando ad indovinare tutte le sfumature di blu e verde di questo mare.
Settembre è il mese migliore per visitarla. Il caos si dirada e l’isola con i suoi calorosi abitanti ti fagocitano nella loro vita quotidiana fatta di pesca e turismo. Anche i colori si distendono e si perdono contro le falesie, a nord dell’isola, e le spiagge di sabbia e scogli, nel versante sud.
Vi ho già raccontato la scoperta di Lampedusa qui, ma oggi vorrei raccontarvi altre scoperte fatte con la consapevolezza di aver scelto di tornare in questo puntino di terra piatto e lasciarvi un po’ di curiosità. Ogni volta che parlo di un mio viaggio cerco sempre di raccontarvi contenuti utili a chi vuole visitare il luogo in cui mi trovo, magari nelle mie stesse condizioni fisiche o simili, perché per chi si trova in carrozzina è facile trasformare una vacanza in un incubo solo per aver tralasciato un dettaglio stupido, per gli altri.
Anche quest’anno ho soggiornato all’Hotel Martello, perché come ho scritto qui, è una sicurezza per non trovare barriere architettoniche.
Oggi però vi scrivo di Lampedusa da un’altra visuale: dal mare, raccontandovi la gita in barca.
LAMPEDUSA DAL MARE
Sono stata spettinata dal vento, dal maestrale che spegne i colori e dallo scirocco che profuma d’Africa, ho annodato tra i capelli i pensieri al gusto di salsedine di una giornata passata in barca a circumnavigare Lampedusa. Il mare piatto e il sole caldo al punto giusto ha salutato così il salpare dell’imbarcazione Giada dal Porto Vecchio dell’isola. Direzione costa sud dell’isola, quella costellata da calette e spiagge ormai famose in tutto il mondo. Tappa alla Tabaccara, la piscina naturale dell’isola per i colori caraibici dell’acqua. E’ il luogo più visitato, dove le imbarcazioni fanno sosta per un bagno cristallino. L’acqua è talmente trasparente che su instagram è la cala più fotografata dall’alto perché viene definita come la la baia delle “Fly Boats“, le barche volanti, infatti vedendo la baia dalla scogliera, sembra quasi che l’acqua non ci sia.
L’Isola dei conigli è la spiaggia decretata come la più bella del mondo è visitabile solo da terra, nessuna imbarcazione senza preventivo permesso della Marina, può stazionare nelle acque della riserva naturale (nido preferito dalle tartarughe marine e presidio di Legambiente). Cala pulcino incorniciata tra i valloni di pietra verdi e ocra a picco sul mare, facile da vivere in barca, difficile da raggiungere via terra se non dopo un percorso di trekking non proprio facile anche per chi non ha problemi.
Dopo aver pranzato a bordo, ancorati nel Vallone dell’acqua profonda, assaggiando caponata, alici, sfingione (una pizza-focaccia con pomodoro e acciughe), pasta alla lampedusana (con olive, capperi e tonno), portando tutta l’isola a tavola, abbiamo ripreso la navigazione costeggiando capo ponente e iniziando il lato nord dove il paesaggio lascia spazio ad alte scogliere e grotte (anche sottomarine). Qui cambiano i colori, si passa al blu profondo, al mare che è sempre animato. In una giornata abbastanza limpida si può ammirare Linosa in lontananza. Andando oltre si incontrano gli scogli Pignolta, Sacramento e Faraglione, chiamato anche scoglio La Vela per la forma. Poi Punta Muro, Punta Cappellone a strapiombo sul mare, Cala Ruperta, Punta Taccio Vecchio e Punta Alaimo. Oltrepassato il faro di Capo Grecale, al lato opposto dell’isola, la costa ricomincia ad essere accogliente e riprende il paesaggio delle insenature. In questo tratto merita di essere vista e di farci il bagno, Mare Morto, un tratto di costa dove il mare è sempre calmo e dove alcune grotte fanno da scenografia. Per finire, al tramonto, bagno d’obbligo a Cala Francese, la mia preferita, molto raccolta con fondali perfetti per chi ama fare snorkeling.
Rispetto alla scorsa visita, quest’anno ho provato la spiaggia di Portu ‘Ntoni, una spiaggia attrezzata sia sulla scogliera che giù nella caletta fino al mare, ma accessibile per chi è carrozzato solo sulla scogliera. Per arrivare al mare c’è una scalinata in pietra. Peccato.
Tornerò a Lampedusa, tornerò per raccontarvi ancora cose nuove.
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