Allerta meteo in questi giorni, quasi quasi tiro fuori il piumino dall’armadio. Questa frase da domenica sera potrebbe essere fraintesa, potrei essere marchiata a fuoco e costretta a vivere l’inverno in bikini. Moncler da domenica sera non dorme proprio notti tranquille. Report è stato peggio di una secchiata d’acqua gelata, al grido nel promo tv di: “questa sera parleremo di piume d’oca, delle sofferenze che devono subire gli animali per ottenere la materia prima e del giro economico che si nasconde dietro questa attività”, il pubblico era già preparato all’imminente inchiesta bomba. [Per chi non ha seguito la vicenda, la Gabanelli, presentatrice di Report, inizia a elencare le nefandezze che si compiono negli allevamenti per ottenere la piuma e poi arriva alle aziende che (secondo la trasmissione) la comprano. Prima azienda italiana di piumini: Moncler, storico marchio francese acquistato da Remo Ruffini. E ancora la manodopera demoralizzata fuori dall’Italia, il costo di produzione misero rispetto al prezzo d’acquisto del capo finito]. Da qui in poi le piume sono volate davvero, l’indignazione del pubblico è schizzato, i social networks hanno tremato, da questo momento Moncler era il male.
EStiamo calmi, non voglio schierarmi a favore di nessuno, ma non voglio focalizzarmi esclusivamente sulle oche. Non voglio perché Report ha solo tolto il velo a qualcosa che dovevamo già sapere o almeno immaginare, non voglio perché risulterei bacchettona ma non perché sono sadica, semplicemente perché le oche ‘spiumate’ sono sono l’ennesimo esempio in cima a tutto quello che di sbagliato, per molti, l’uomo fa e continua a fare e Moncler è solo uno dei tanti brand. E perché parlare delle oche è facile, orde di animalisti ‘dell’ultima ora’ (quelli che poverine le oche ma stasera mangio la fiorentina o che bella la borsa in pelle della nonna) o di coscienziosi sono sempre pronti a puntare il dito, ma che rispetto. Quest’inchiesta l’ho definita bomba perché guardo sempre il rovescio della medaglia, misuro il cratere che lasciano nei giorni successivi. Parlo della reazione a catena che s’innesca, ora il titolo del brand quotato in borsa è colato a picco e credo che se le vendite, almeno quelle in Italia, subiranno un arresto gli scenari potranno essere solo 2:
– conseguente perdita di lavoro per tutte le medie/piccole aziende che contribuiscono a realizzare il prodotto. Ogni volta che si apre bocca si hanno sempre reazioni, se poi si ha la forza di contenerle (che non vuol dire insabbiarle) ben venga, ma bisogna pensare anche alla gente che si mantiene con questo ci lavora dentro. Altrimenti insieme alle oche, il culo pelato ce l’avranno anche gli operai!!
– tutti i dettaglianti che hanno deciso di distribuire il marchio come faranno? ci sarà gente messa in ginocchio.
E’ vero Moncler ha delocalizzato la produzione, ma questa cosa destabilizzerà anche la nostra microeconomia.
Il fastidio più grande, per me, è che questi brand con grandi potenzialità economiche e d’immagine scelgano la strada più facile, portando la lavorazione all’estero. Sicuramente l’Italia non incentiva a rimanere e queste cose già si sanno, ma continuando così qui rimarranno solo i soliti che a testa sempre piegata pagano anche per gli altri. Non ci rialzeremo più.
Report ha parlato di un costo di 40€ di manodepera contro il prezzo finale che oscilla dai 800€ ai 1200€. Divario enorme, ma si sa il brand è di lusso e per mantenere tutto l’alto livello l’esborso da parte dell’azienda deve essere di portata elevata. Non sono cliente, ma mi sento di consigliare al Sig. Ruffini di fare un passo indietro, di tornare qui a produrre, di rinunciare ad un po’ di immagine, di pubblicità, d’impatto delle paginate pubblicitarie che ti fanno sentire freddo e voglia d’indossare il piumino anche a Ferragosto. Invece di vestire Madonna, Carolina di Monaco e altre celebrity, puntare un po’ più in basso, sorridere meno dalla veranda dello chalet di Sankt Moritz sul patinato AD. Un prodotto è di lusso non solo per il prezzo, ma per la qualità e l’origine della lavorazione e la sua casa è l’Italia. Poi se proprio condivide queste mie parole dica a Stefano Gabbana di lasciare lì di tentare di salvarla, le ha dato la spinta finale per essere divorato dalla rete. Non si può fondare la propria vita sul lusso, il lusso è oggi, ieri o domani, ma per pochi è e non sarà per sempre, quindi caro Stefano non chiederci se conosciamo il lusso perché il lusso tu lo conosci e lo vivi per quello che vali ma soprattutto per noi che ti compriamo. Davvero silenzio in questo caso, perché se poi ti insultano non è che fanno bene, ma proprio fai da calamita.
Non è la prima volta che Report conduce inchieste nel mondo della moda, mi ricordo il servizio sui jeans slavati di Richmond e Cavalli, stesso scalpore perché anche lì si moriva, ma era la gente a lasciarci le penne per una paga da fame. Eppure non ha avuto la stessa risonanza, mentre oggi i social hanno fatto da tramite diretto con l’azienda e da passaparola al vetriolo.
Non tanti giorni fa il video delle 2 bloggers che hanno vissuto la stessa vita delle lavoranti della catena di abbigliamento low-cost H&M. Il video è diventato virale in poco tempo, ma non si è assaporato lo stesso scalpore come con Moncler. Qual’è la differenza? la parola LUSSO abbinata alle sevizie sugli animali, ma non ci rendiamo conto che tutti i 3 esempi citati possono essere classificati per uguale atrocità ma continuiamo ugualmente a comprare. Ci parte la brocca perché è un prodotto non alla portata economica di tutti, magari un prodotto ambito per far invidia all’amica o magari comprato con tanta fatica. Siamo abituati che il prezzo elevato sia sinonimo di grande qualità o che il prezzo elevato ci debba per diritto la trasparenza ma soprattutto che l’etichetta MADE IN ITALY sia la garanzia dell’assoluto. Ecco allora tornate pure a comprare al mercato perché tutto questo non esiste, ma soprattutto imparate a prendere spunto da questi fatti di cronaca non come pretesto per slogan barricaderi dall’odore radical-chic, ma per discussioni che non inizino con ****** e finiscano con ****** perché gli insulti sono gli scarichi di coscienza più facili che esistano, ma hanno la valenza e il peso comunicativo di un brufolo sul naso.
Pace e bene!
Alert weather these days, I almost shot out of the quilt closet. This sentence could be misunderstood by Sunday night , I could be branded and forced to experience winter in a bikini.
Moncler not just quiet nights sleep . Report was worse than a bucket of ice water , the cry in the promo television : ” Tonight we will talk about goose feathers, the suffering that animals have to suffer to get the raw material and the economic revolution that is behind this activities ” , the audience was already prepared imminent bomb investigation .
[For those who have not followed the story , the Gabanelli presenter Report, begins to list the atrocities that are done on farms to get down and then comes to companies (in transmission ) buy it .
First Italian duvets Moncler , the historic French brand purchased by Remo Ruffini . And yet the demoralized workforce outside of Italy , the cost of producing poor compared to the purchase price of the finished garment ] . From here on, the feathers really flew , public outrage has jumped , social networks have trembled , from this moment Moncler was evil.
We are quiet , I will not take sides in favor of anyone, but I do not want to focus exclusively on the geese. I do not want it Report has just unveiled something that we should already know or at least guess, because I do not want risulterei bigoted but not because I’m sadistic , simply because the geese ‘ plucked ‘ are are yet another example on top of everything wrong , for many, the man does and continues to do and Moncler is just one of many brands.
And because it’s easy to talk about the geese , hordes of animal ‘ last minute ‘ (those poor things geese but tonight I eat or what a beautiful Florentine leather bag Grandma’s ) or conscientious are always ready to point the finger , but that respect. I have called this investigation the bomb because I always look at the flip side , I measure the crater leaving the following days. I speak of the chain reaction is triggered , now the title of the brands listed on the stock market tanked and I think if the store , at least those in Italy, will suffer a crash scenarios can be only 2:
– resulting in loss of employment for all medium / small companies contributing to the product . Every time you open your mouth you have ever reactions , then if you have the strength to hold them ( which does not mean cover them up ) so be it , but we must also think about the people who work there in keeping with this . Otherwise along with geese, bald ass we will also have the workers !!
– all retailers who have decided to distribute the brand as they do? people will be brought to its knees .
It ‘s true Moncler has relocated their production , but this thing also destabilize our microeconomics .
The biggest annoyance for me is that these brands with great potential economic picture and choose the easy way out , bringing the work abroad. Italy certainly does not encourage you to stay and you know these things already , but still there will be only so that the usual head always bent pay for the other . There we will rise again.
Report spoke at a cost of € 40 working against the final price ranging from € 800 to € 1,200 . Huge gap , but you know the brand is luxury and to maintain the high level all the payment by the company to be of high flow.
No customer, but I would advise to Mr Ruffini to take a step back, to come back here to produce, to give a little ‘ image , advertising , the impact of advertising pages and pages that make you feel cold and want to wear down jacket even in August.
Instead of dressing Lady Caroline of Monaco and other celebrity, aim a little ‘ below, smile less from the veranda of the chalet in St. Moritz on glossy AD . A luxury product is not only the price, but the quality and origin of the work and his home is Italy . Then if you really share these words of mine says Stefano Gabbana groped to leave it there to save her, gave her the final push to be devoured by the network. You can not base one’s life on luxury, luxury is today, yesterday or tomorrow, but for a few and it will not be forever, so dear Stephen did not ask us if we know the luxury because luxury you know him and live for what worth it especially for us that we buy. Really silence in this case, because then if they do not insult you , but do you own a magnet.
6 risposte
Finalmente qualcuno che ha centrato la questione, invece di preoccuparsi unicamente per le oche (che per carità poverine eh, ma fino a ieri gli italiani di cosa pensavano fossero fatti i piumini d’oca??)
Fabrizia – Cosa Mi Metto???
Mi piace come hai affrontato la questione. Troppe ne abbiamo sentite. Molto molto carino il tuo blog. Un bacione
http://www.fiammisday.com/
Sicuramente il fatto che la gente cada dal pero sui maltrattamenti agli animali mi pare molto ingenuo. Io spero sempre che gli animali vengano trattati con rispetto, sia quelli che mangio, sia quelli che indosso, perchè sono creature con una loro dignità, ma ci deve essere altrettanto rispetto per chi lavora ed è sottopagato, ovviamente se lasciano andare gli industriali all’estero in posti dove possono fare quello che vogliono non stupiamoci che poi la gente in Italia si ammazzi e che alla Caritas arrivino nuovi poveri ogni giorno. Non stupiamoci anche del fatto che le condizioni dei lavoratori in certi paesi non cambino mai, perchè non c’è interesse a farle cambiare, sono tutti d’accordo, per guadagnare più che si può raschiando il fondo del barile sfruttando manodopera, animali e tutto quello che si può spremere
Ok, ma che solo io la sapevo già la storia dei piumini d’oca??? Come pure la questione dei lavoratori sottopagati!
Sono cose più o meno di dominio pubblico, ma pare che la gente si indigni solo se la tv gli dice di farlo…
Baci!
S
http://s-fashion-avenue.blogspot.it
Le oche siamo noi….. Complimenti Vale, ottimo pezzo!
Certo ciò che è successo è scandaloso, e come hai detto tu, non solo per il fatto che sia un bran di lusso, ma proprio per lo sfuttamento di queste povere persone che lavorano ore ed ore e ricevono paghe che non si possono definire tali, mentre ci sono persone che mangiano sul loro lavoro! Davvero orribile..figuraccia per il marchio e figuraccia per tutte le aziende che sottopagano i loro operai! Un GROSSO applauso va anche al caro Prada.
è proprio vero che più ne hanno più ne vogliono!
Davvero bel post!!
http://thinkmauve.blogspot.it/