Natale a casa Tomirotti è meglio di Dickens

Ho attivato il conto alla rovescia per il Natale mentre ero in spiaggia a Lampedusa.Natale

L’atmosfera del Natale, ogni anno, mi colpisce sempre prima, un po’ come l’influenza, ma questa scalda il cuore. Quest’anno indossavo ancora costume e infradito e c’era la stessa temperatura che serve al tacchino per cuocersi in forno eppure avevo voglia di palline e lucine per decorare qualunque cosa.

NataleE ora che mancano solo tre giorni a Natale, è come se la gente avesse sniffato glitter e sbatte contro i regali come falene nelle sere d’estate attratti dalla luce, mentre io per dimostrare che il Natale, alla fine, è solo un punto rosso sul calendario, ho messo a tutto volume Despacito. Mi sentiranno pure in Lapponia, giusto per metterli al loro posto. Il Natale è qualcosa che purtroppo passa troppo in fretta, è l’atmosfera di un attimo, il tempo di qualche abbraccio, del profumo di cannella e mandarino o di una tavola imbandita a festa. Il Natale sono io che ascolto le canzoni Disney, cantandole tutte. Com’è che funziona quando cresci? mi sa di non esserci ancora arrivata a quel capitolo.

NataleIl Natale a casa rimane sempre il momento della riflessione, sarà per i ritmi che rallentano e la routine che si spezza. In questo periodo mi sento come le mie ruote: giro, giro e solo quando mi fermo decanto le situazioni. Penso a cos’ho rispetto a quello che mi manca e posso dirvi che vince sempre la squadra ‘grassa’, eppure mi faccio mille domande. Mi fermo a guardare ciò che sto scrivendo, nero su bianco sulle pagine del mio libro, parole, parole che almeno a loro riesco a dargli movimento spazio-temporale, con la scena lì bella chiara davanti agli occhi. Cerco di imparare che vanno messe in fila, che è sempre cosa buona e giusta dargli una 2° vita perché facciano il loro dovere fino in fondo: rimanerti addosso. Eppure, a volte, mi sposto perché non accada, perché sono armi. Quando scrivo o parlo della mia vita, quando apro il sipario e mi punto addosso tutte le luci, con l’incertezza di ricevere fiori o verdura, ho l’unica convinzione di essere nel posto giusto per raccontarmi: non un nome, un cognome, un colore o una condizione, ma il mio esserci è solo la missione di far ascoltare la campana che stona per farla diventare musica da ballare col piede quando ti perdi con i pensieri, su un tema ingombrante. Mentre cerco l’olio per scivolare, forse mi serve solo un salvagente o forse ho solo dimenticato di saper nuotare anche in mare aperto. Anche grazie a voi.

Mentre cerco di arrivare pronta all’inizio dei festeggiamenti, posso solo dirvi:
“Livello di festeggiamenti?”
“nausea da pandoro”

Buone Feste gente, esageriamo pure.

Natale

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