“A Natale siamo tutti più buoni”, ed ora che siamo solo al 28 dicembre è finita la poesia, riprende la follia omicida, esce dai pori dilatati tutta la cattiveria che ci contraddistingue. Scegliamo un bersaglio facile e il gioco è fatto. Caterina Simonsen è solo l’ultima prescelta. Malata, diversa, ingredienti migliori per confezionare la bomba mediatica. Questa ragazza ha voluto esprimere la sua opinione su quanto vive ogni minuto della sua vita e poco importa se questo Natale le ha servito anche la beffa: Facebook è diventata la sua gogna mediatica, semplicemente per aver reso pubblico la sua idea a favore della sperimentazione scientifica sugli animali. Non sono d’accordo con Lei, voglio pensare che un’alternativa esista sempre, ma sono convinta che ognuno di noi debba essere libero di esprimersi con il resto del mondo, a patto che non si offenda il prossimo. Cosa che hanno fatto tutti quegli animalisti convinti, augurandole la morte. Credo che dietro questi perbenisti si siano nascosti i soliti derelitti che trovano motivo di esistere insultando il prossimo attraverso false identità. Il solito branco di pecore che non riesce ad andare oltre il proprio naso di idealista dell’ultim’ora, che sbraita tanto la pace nel mondo ed è il primo a sparare. Caterina voleva solo essere ascoltata e condividere con altri il fardello con cui vive, alleggerendo il carico che respira. Caterina è solo l’ultimo anello di una catena di proporzioni mondiali: perché gli animalisti non continuano la battaglia col fulcro del problema? Le case farmaceutiche che muovono i fili dello show, i malati rappresentano solo la parte più vistosa di questo iter. Sono vicina a Caterina perché deve continuare a portare avanti la sua lotta, se è quello in cui crede, perché tutti hanno il diritto di una ricerca della vita migliore. A tutti quelli che hanno augurato la morte, direi che nel loro percorso di vita potrebbero entrare tante ‘Caterine’ e potrebbero sentire sulla loro pelle il peso di queste tremende decisioni, che sono ben diverse da cosa mangiare ogni giorno.