L’essere ‘copiatore’ è il mestiere più vecchio del mondo, contrariamente ai detti popolari che decretano altre virtù.
Potrei tediarvi con una lezione di storia che parte dai monaci fino ad arrivare a Zara. Ecco, qui mi fermo.
E’ di questi giorni il moto rivoltoso contro la grande catena spagnola low-cost che l’ha fatta grossa. E’ da un po’ che la ‘fa fuori dal vaso’, è che ora il popolo si è ribellato e ha avuto le sacrosante palle di rendere tutto pubblico in rete. Partendo da siti di illustratori fino al riecheggiare sulla stampa internazionale, è stato spiattellato in prima pagina il furto di idee compiuto da Zara a discapito di Tuesday Bassen e Adam J. Kurtz.
Ci troviamo sul ring del mondo della moda, da un lato un colosso internazionale (mondiale, universale) e dall’altro persone comuni con una grande professionalità e arte tra le mani, che si sono visti soffiare dal proprio nido, idee che permettono di farli campare. Ci deve essere un vincitore e almeno questa volta, non saranno certo i soldi a decretarlo. Subito Zara ha sferrato l’attacco frontale, o meglio legale, ma la rete si sa, può essere carezza o può essere pugno, può essere anche eco e lì sono cavoli amari anche ci fosse di mezzo tutto il capitale economico di Donald Trump.
Il match pare finito con le scuse, a mezzo comunicato, di Zara. Vero è che se la rete non si fosse infervorata col cavolo che gli spagnoli si inginocchiavano sui ceci. Interessante è il risvolto (anche a livello di social media marketing) che ha dato Kurtz a tutto l’accaduto. Sfruttando positivamente l’eco mediatico che si è sollevato sulla vicenda, ha aperto un profilo Tumblr e un profilo Instagram proprio con questo tema: stanare tutte le copie che ledono le ‘piccole realtà’.
Senza questo polverone, la loro voce non sarebbe sentita e ascoltata nemmeno dai cani.
ph credits: Tuesday Bassen